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Tecnologia

Quali dati può raccogliere Google Chrome durante la navigazione in incognito?

Il vero ‘costo’ della navigazione in incognito: cosa dovresti sapere sui dati raccolti

In un mondo digitale intriso di informazioni sensibili e con una crescente consapevolezza sulla privacy online, la navigazione in incognito si è affermata come un rifugio virtuale per coloro che cercano di preservare la propria riservatezza sul web. Tra i numerosi browser disponibili, Google Chrome offre agli utenti una modalità di navigazione in incognito che promette di proteggere la loro privacy digitale. Ma fino a che punto questa opzione offre un vero e proprio scudo contro gli sguardi indiscreti della rete? In questo articolo, esploreremo a fondo la navigazione in incognito di Google Chrome, svelando i suoi vantaggi, le sue limitazioni e il dibattito etico che circonda questa pratica sempre più diffusa.

Google Chrome – vcode.it

Google Chrome, la navigazione in incognito

Sono tanti gli utenti di Google Chrome che spesso si affidano alla modalità incognito per una navigazione più discreta e privata. Tuttavia, la recente rivelazione delle pratiche di raccolta dati di Google durante la navigazione in incognito ha sollevato nuove preoccupazioni sulla vera privacy offerta da questa funzione.

Google, dopo aver affrontato una causa da 5 miliardi di dollari che lo accusava di tracciare gli utenti anche durante la modalità incognito, ha aggiornato le avvertenze nel canale sperimentale Google Canary. In breve, il gigante tecnologico ha ammesso che la modalità incognito non cambia il modo in cui i siti web raccolgono i dati degli utenti.

La nuova avvertenza, visibile nelle versioni di Chrome per Android, Windows e Mac, afferma chiaramente: “Gli altri che utilizzano questo dispositivo non vedranno la tua attività, quindi puoi navigare in modo più privato”. Tuttavia, la dichiarazione cruciale che segue è un campanello d’allarme per la privacy degli utenti: “Questo non cambierà il modo in cui i dati vengono raccolti dai siti web che visiti e dai servizi che utilizzi, inclusi Google.

In pratica, ciò significa che mentre la tua attività in modalità incognito potrebbe non essere visibile agli altri utenti che condividono il dispositivo, i dati di navigazione e le informazioni pubblicitarie sono ancora completamente accessibili da parte di Google. La controversia ha suscitato preoccupazioni riguardo al vero grado di privacy offerto dalla modalità incognito di Chrome e ha sollevato interrogativi sulla trasparenza delle pratiche di raccolta dati del gigante tecnologico.

È importante sottolineare, infatti, che la navigazione in incognito su Chrome può essere efficace nell’oscurare la tua cronologia di navigazione locale, ma non impedisce ai siti web di raccogliere informazioni tramite cookies e altri mezzi di tracciamento. La tua attività online, sebbene non sia visualizzabile localmente, è ancora soggetta a monitoraggio da parte dei siti web e dei servizi di terze parti.

Il consiglio degli esperti

Gli esperti in materia di privacy consigliano agli utenti di essere consapevoli dei limiti della modalità incognito e di utilizzare strumenti aggiuntivi, come VPN o estensioni per la privacy, per aumentare il livello di anonimato durante la navigazione online. Inoltre, è essenziale leggere attentamente le politiche sulla privacy dei siti web e dei servizi utilizzati per comprendere appieno come vengono gestite e conservate le informazioni personali.

Google Chrome – vcode.it

Google, la causa del 2020

Nel tumultuoso mondo della privacy online, Google è stata al centro di una controversia significativa nel 2020, quando è stata accusata di tracciare le attività degli utenti anche durante la navigazione in modalità incognito su Chrome. I querelanti hanno portato l’azienda in tribunale, sostenendo che Google utilizzava strumenti come Google Analytics, app e plug-in del browser per monitorare le attività degli utenti, anche quando pensavano di navigare in modo completamente anonimo.

La causa ha rivelato che, nonostante la presunta sicurezza offerta dalla modalità incognito, Google raccoglieva dati attraverso diversi mezzi. I querelanti hanno evidenziato l’utilizzo di strumenti sofisticati che consentivano all’azienda di tracciare e registrare le attività degli utenti, violando così le aspettative degli utenti in merito alla privacy durante la navigazione in modalità incognito.

Uno degli aspetti più sorprendenti dell’accusa era la percezione distorta che Google avrebbe fornito agli utenti. Tracciando le attività degli utenti in modalità incognito, l’azienda faceva credere alle persone di avere un controllo completo sulle informazioni che erano disposte a condividere. Questa pratica è stata considerata ingannevole e ha sollevato dubbi sulla trasparenza delle politiche di privacy di Google.

La risposta di Google alle accuse

In risposta alle accuse, un portavoce di Google ha tentato di spiegare che la modalità incognito è progettata principalmente per nascondere l’attività di un utente sul dispositivo che sta utilizzando, ma non impedisce la raccolta di informazioni. Questa dichiarazione, tuttavia, ha sollevato ulteriori preoccupazioni sulla percezione distorta che Google aveva creato intorno alla modalità incognito e ha alimentato il dibattito sulla reale efficacia di questa funzione in termini di privacy.

Ora, nel 2024, emerge un nuovo capitolo di questa storia. Google, dopo aver accettato di risolvere la causa da 5 miliardi di dollari, ha aggiornato le avvertenze nella versione sperimentale Google Canary. Sebbene al momento questa modifica non sia stata comunicata nella versione pubblica di Chrome, sembra che con il prossimo aggiornamento tutti gli utenti riceveranno una nuova avvertenza.

Questo sviluppo solleva importanti domande sulla trasparenza delle pratiche di raccolta dati di Google e sottolinea la necessità per gli utenti di essere informati e consapevoli delle implicazioni della navigazione in incognito su Chrome. La storia di Google e la sua modalità incognito servono da monito per tutti coloro che cercano di mantenere un livello elevato di privacy online: la consapevolezza e l’adozione di misure aggiuntive possono essere la chiave per proteggere le proprie informazioni personali in un mondo digitale sempre più complesso.

Google – vcode.it

Google Chrome, la ‘svolta’

Se avete mai aperto una nuova finestra in modalità incognito su Google Chrome, probabilmente avrete notato l’avviso che informa gli utenti sui dati che vengono raccolti da Google e da siti terzi durante la navigazione privata. Presto questa informativa subirà un cambiamento significativo, e la causa da 5 miliardi di dollari è la causa di questa modifica sostanziale.

A fine dicembre 2023 Google ha raggiunto un accordo per chiudere il caso, con l’approvazione prevista entro 60 giorni dal 26 dicembre e il processo inizialmente programmato per il 5 febbraio.

L’avviso attuale presente nella modalità incognito verrà aggiornato e rivisto per fornire un’informazione più chiara agli utenti sulla raccolta dei dati. Questo cambiamento è attualmente in fase di test su Chrome Canary, la versione sperimentale del browser.

La controversia alla base di questa class action ha radici profonde nel modo in cui Google ha gestito le aspettative degli utenti. L’azienda ha presunto erroneamente che tutti gli utenti fossero consapevoli del fatto che la modalità incognito non impedisce il tracciamento da parte di siti web e provider di servizi. Questo equivoco ha portato a una percezione distorta da parte degli utenti, che si aspettavano un grado di privacy maggiore rispetto a quanto effettivamente offerto dalla modalità incognito.

L’avviso aggiornato, in fase di sviluppo e test su Chrome Canary, è destinato a colmare questa lacuna di comprensione. La nuova informativa dovrebbe essere più chiara e dettagliata, mettendo in risalto il fatto che, nonostante la navigazione in incognito, alcuni dati saranno ancora soggetti a raccolta da parte di terze parti.

Ecco com’è ora:

Ecco come sarà:

Alessia Giusti

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