Una delle domande che più affliggono tutti i possessori di smartphone è: le loro batterie possono esplodere? Ecco tutto ciò che c’è da sapere a riguardo
Dopo l’esplosione di migliaia di cercapersone dei militanti di Hezbollah, una delle domande che da diverso tempo affliggono tutti noi è tornata con decisione a far alzare nuovamente il livello di preoccupazione: è possibile che le batterie dei nostri smartphone si comportino allo stesso modo? Di teorie ne sono state portate avanti tante, ma gli esperti hanno la risposta certa a questa domanda. Ecco tutto ciò che c’è da sapere a riguardo.
Le batterie degli smartphone possono esplodere? Ecco la risposta definitiva alla domanda
Prima di scoprire la verità dietro a questo dubbio, è necessario capire come vengono costruite le batterie degli smartphone. Le batterie degli smartphone sono batterie al litio, tipologia oggi molto comune nella nostra vita quotidiana. Queste, infatti, vengono utilizzate come batterie ricaricabili presenti non solo nei nostri telefoni, ma anche nei computer e persino nei veicoli elettrici. Il litio è il metallo più leggero, il che lo rende ideale per le batterie. Tuttavia, le batterie utilizzano il litio sotto forma di ione, che è caricato positivamente grazie alla perdita di un elettrone. Pertanto, è più corretto chiamarle batterie agli ioni di litio. Queste batterie sono ricaricabili e composte da due elettrodi: il catodo contiene un composto di litio, mentre l’anodo contiene tipicamente un composto carbonioso come la grafite. Durante la carica, il litio ione si sposta dal catodo all’anodo, mentre durante la scarica avviene il contrario. Durante la scarica, la batteria fornisce l’energia necessaria per far funzionare i nostri telefoni, auto e computer portatili.
Cosa succede quando una batteria al litio si deteriora?
Chiunque utilizzi uno smartphone lo sa: col passare del tempo, la batteria non mantiene le stesse prestazioni di quando è appena stata acquistata. Le batterie agli ioni di litio non hanno una data di scadenza definita, ma ci sono alcune precauzioni da considerare. Innanzitutto, è importante prestare attenzione alla manutenzione della batteria stessa, conservandola a temperature e condizioni ambientali adeguate. Ogni batteria ha una durata espressa in cicli di carica e scarica: gli ioni di litio si spostano da un elettrodo all’altro, generando energia.
Di solito, i dispositivi elettronici alimentati da batterie agli ioni di litio possono usufruire di diverse migliaia di cicli di carica e scarica. Dopo questo numero, la batteria inizia gradualmente a perdere efficienza. La sua capacità si riduce, di solito tra il 70 e il 90%. Da questo punto in poi, la batteria funzionerà ancora, ma avrà una durata inferiore. È un processo naturale per questo tipo di batterie: ciò non significa che la batteria smetta improvvisamente di funzionare o che possa esplodere, ma diventerà progressivamente meno efficiente nel tempo, manifestando una diminuzione delle prestazioni rispetto allo stato iniziale.
Può verificarsi un’esplosione delle batterie degli smartphone?
A seguito dell’esplosione di migliaia di cercapersone avvenuta in Libano, attribuita ai servizi segreti israeliani e rivolta contro i miliziani di Hezbollah, con un bilancio di 18 vittime e circa 4000 feriti, alcune ipotesi iniziali avanzate dai media suggerivano che la causa potesse essere stata un trojan, capace di surriscaldare le batterie fino a provocarne l’esplosione. Questa teoria è però ritenuta poco plausibile. Le indagini, infatti, indicano che l’attacco potrebbe essere stato realizzato utilizzando esplosivo PETN nascosto nei cercapersone, poi detonati tramite un innesco a distanza. Questi dispositivi, utilizzati principalmente negli anni ’80 e ’90 per trasmettere brevi messaggi, prima dell’avvento dei telefoni cellulari, erano considerati da Hezbollah più sicuri e meno tracciabili. Si ipotizza che siano stati sabotati durante la loro fabbricazione o il trasporto.
Per quanto riguarda il timore che un malware possa infettare uno smartphone e causare esplosioni simili, non ci sono particolari motivi di preoccupazione: le esplosioni delle batterie al litio avvengono solitamente solo in caso di seri difetti di fabbricazione o, in casi estremamente improbabili, in presenza di esplosivi all’interno del dispositivo.
Cos’è successo, quindi, ai cercapersone in Libano?
Secondo quanto riferito dal The New York Times, due funzionari libanesi affermano che circa 30-60 grammi di esplosivo siano stati collocati accanto alla batteria di ciascun cercapersone. Altri tre funzionari sostengono che i dispositivi siano stati “programmati per emettere un suono per alcuni secondi prima di esplodere“. Un ex esperto di munizioni dell’esercito britannico, parlando alla BBC sotto anonimato, ha ipotizzato che i cercapersone potrebbero essere stati attivati tramite un segnale a distanza.
Diversi esperti di sicurezza informatica, dopo aver esaminato i filmati degli attacchi disponibili online, hanno dichiarato che l’intensità e la rapidità delle esplosioni confermano l’ipotesi della presenza di esplosivi all’interno dei dispositivi. Mikko Hypponen, ricercatore presso l’azienda di software WithSecure e consulente per la criminalità informatica all’Europol, ha spiegato: “È probabile che questi cercapersone siano stati alterati in qualche modo per causare esplosioni di tale portata: le dimensioni e l’intensità dell’esplosione suggeriscono che non fosse solo una questione di batteria“.