La società che gestisce uno dei programmi di chat più longevi nella storia di Internet, ovvero ICQ, ha annunciato la chiusura del servizio a fine giugno
ICQ, uno dei programmi di messaggistica istantanea più longevi nella storia di Internet, smetterà di funzionare il prossimo 26 giugno, a quasi 28 anni dal suo lancio.
Il programma, ormai poco utilizzato, è stato superato dalle numerose app per messaggiare sugli smartphone.
Tuttavia, per molte persone, ICQ e la sua iconica margherita hanno rappresentato la prima vera occasione di scrivere in tempo reale a qualcuno in qualsiasi parte del mondo, in un’epoca in cui email, siti web e chat erano ancora una novità per molti.
L’idea di rendere più semplici i sistemi per scriversi dal vivo su Internet, rispetto a quelli macchinosi già esistenti all’epoca, era venuta a un gruppo di cinque informatici israeliani che nel 1996 fondarono la società Mirabilis.
Una prima versione di ICQ fu rilasciata nel novembre dello stesso anno, senza una specifica campagna di marketing. I suoi sviluppatori puntarono sul passaparola online, in un periodo in cui non esistevano i social media e si comunicava tramite forum e newsgroup. La strategia si rivelò efficace.
ICQ era molto intuitivo da utilizzare: ci si registrava e si otteneva un numero identificativo (UIN) che aveva il compito di distinguere ogni utente.
L’attribuzione degli UIN era in ordine sequenziale, di conseguenza chi aveva i numeri più piccoli godeva di una certa reputazione da veterano del programma.
C’erano la possibilità di cercare gli altri utenti con gli UIN o i loro nickname, di mostrare al proprio interlocutore la composizione dei messaggi lettera per lettera mentre li si scrivevano e c’era un’opzione per avviare chat di gruppo con più interlocutori.
Tutte funzionalità che in seguito sarebbero comparse su molti altri sistemi per le chat e che, in varie forme, esistono ancora oggi sulle app più diffuse come WhatsApp e Messenger.
Dato il rapido successo di ICQ, alla fine della primavera del 1998 la società statunitense America Online (AOL) acquisì Mirabilis per circa 300 milioni di dollari.
Erano gli anni dei grandi investimenti sulle società di Internet e di quella che sarebbe stata poi definita la “New Economy”, segnata da bolle speculative e alterne fortune.
AOL contribuì a far conoscere ICQ a un nuovo pubblico e nel 2001 il programma raggiunse oltre 100 milioni di iscritti, un risultato notevole in un periodo in cui Internet a livello domestico era ancora relativamente poco diffusa.
Gli anni seguenti segnarono però una progressiva perdita di utenti, segnata dall’affermarsi di servizi concorrenti come Skype, nato nel 2003, e più tardi ancora dei sistemi per scriversi messaggi tramite gli appena nati social network.
Nel 2010, durante una fase di forte ridimensionamento, AOL vendette ICQ a Mail.Ru, una società russa nota per gestire il social network VK.
Questo nome venne poi adottato anche dall’azienda. Al momento della cessione, ICQ contava circa 42 milioni di utenti giornalieri, ma la sua importanza era già diminuita rispetto ai numerosi altri servizi di messaggistica online.
Il social network VK provò in diverse occasioni a rilanciare il servizio, fino al lancio di una nuova versione nel 2020 chiamata ICQ New.
L’operazione non ebbe però molto successo e secondo le stime più recenti il programma ha una decina di milioni di utenti mensili.
Da questo è probabilmente derivata la decisione di VK di chiuderlo e di invitare i suoi utenti a utilizzare VK Messenger e VK WorkSpace, i due servizi per i messaggi offerti dall’azienda e legati al suo social network che ha un certo successo in Russia, mentre è pressoché inutilizzato in Occidente. La comunicazione su X della chiusura di ICQ ha mantenuto invece qualche ambiguità.
I fondatori di Mirabilis avevano deciso di chiamare il loro programma ICQ per l’assonanza con la frase francese “I seek you”, ovvero “Ti cerco”, e con il codice CQ storicamente impiegato nelle comunicazioni radio per indicare una trasmissione indirizzata a tutti.
Molti utenti ricordano inoltre il suono “oh-oh” derivante dall’arrivo di un nuovo messaggio e la possibilità di avviare conversazioni con persone sconosciute, usando il proprio UIN al posto di indicazioni più personali.
Infine, negli ultimi anni la sicurezza e l’affidabilità del sistema erano state messe in dubbio, soprattutto a seguito di un articolo pubblicato dal giornale russo indipendente Novaya Gazeta, che aveva rivelato come le agenzie di spionaggio russe avessero facilmente accesso ai messaggi privati scambiati da alcuni utenti su ICQ.
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