Yungblud e i Bring Me The Horizon incendiano Milano agli I-Days

L’appuntamento degli I-Days di ieri sera rimarrà nella storia tra pogo, fiamme, pioggia e il ritorno dei Bring Me The Horizon

I Bring Me The Horizon sono tornati a Milano per regalare ai loro fan un altro appuntamento indimenticabile. Ma non lo hanno certo fatto da soli. Ad aprire le danze della serata di ieri ci hanno pensato gli Imminence, sostituti last minute dei Bad Omens che a causa di problemi di salute del cantante Noah Sebastian hanno dovuto rinunciare.

Un duro colpo per i fan italiani che non vedevano l’ora di ascoltarli dal vivo e replicare lo spettacolo di questo inverno all’Alcatraz. In ogni caso, gli Imminence hanno colto la palla al balzo e hanno preparato il pubblico per il secondo round che ha visto come protagonista uno scatenato Yungblud. 

Yungblud conquista il palco degli I-Days

Yungblud tabellone concerto
Yungblud apre le danze agli I-Days – vcode.it

Con tanto di kilt, birre rovesciate e salti sul palco, Yungblud ha dato decisamente la carica giusta al pubblico snocciolando un successo dopo l’altro, tra cui anche I Think I’m Okay, nata insieme a Machine Gun Kelly, e Fleabag, dalle note più delicate, che ha cantato mentre una fan presente nel pubblico suonava la sua chitarra abbracciata a lui. 

La pioggia ha cominciato a cadere ad intermittenza ma non è bastata a spegnere il fuoco che animava il pubblico. Nonostante la pioggia e le ore in piedi, l’entusiasmo non è calato in quello che è stato un vero e proprio raduno internazionale di fan. Infatti, bastava camminare tra la folla per sentire il fandom parlare in parecchie lingue diverse, a dimostrazione del fatto che la musica è e sarà sempre un linguaggio universale.

L’apocalisse dei Bring Me The Horizon

Dopo una breve pausa per riprendersi dal pogo, è stato il turno della band che ha saputo scalare le classifiche di tutto il mondo, nonché il vero motivo per cui gran parte del parterre dell’Ippodromo si trovava lì: i Bring Me the Horizon.

L’ingresso di Oliver Sykes e il resto della band è stato accolto con un boato generale mentre il palco si è trasformato in una cattedrale gotica tra vetrate colorate e velluto rosso. Oliver, con addosso un completo bianco candido per creare l’ossimoro perfetto, ha catturato subito l’attenzione dei suoi fan. A presentarlo ci ha pensato una voce fuori campo, o meglio la schermata di un videogioco ispirato ad un anime: “Press start” che citava invece “Post Human:NeX GEN” ovvero la fine imminente dell’umanità.

Il tutto per legarsi ad uno scenario dispotico e tech a cui già la band aveva abituato i fan. Uno storytelling efficace che ruba risate e apprezzamento fin da subito, voluto proprio dal cantante della band.

Riesci a sentire il mio cuore?

Si aprono le danze con Darkside e il pubblico non ha esitazioni: comincia il pogo in ben tre punti distinti del parterre chiamato proprio dal frontman dei Bring Me The Horizon, che vuole fin da subito mettere alla prova il suo pubblico.

L’adrenalina sale così come il ritmo di ogni canzone, la voce versatile di Oliver, gli assoli di chitarra e batteria, gli intermezzi giù dolci e delicati che alternano i momenti più aggressivi e urlati, sono come carezze dopo un pianto, la pace dopo la sofferenza.

I testi di Oliver vengono recitati da ogni fan presente, soprattutto quando arriva il turno di uno dei più grandi successi della band: Can You Feel My Heart, durante la quale ogni persona del pubblico grida a squarciagola che i propri demoni non possono essere annegati perché sanno nuotare.

Concerto Bring Me The Horizon
Best moments del concerto – vcode.it

 

Autodistruzione, conflitto, richiesta d’aiuto e oscurità e barlumi di speranza, tutto questo si fonde nei testi, nella musica, nella scenografia che ben presto passa dall’essere una chiesa a trasformarsi in un inferno tra demoni e fiamme.

L’unico momento delicato è quando Oliver scende tra i suoi fan per abbracciarli, mostrandosi vulnerabile sulle note di Drown e si avvolge nella bandiera tricolore dell’Italia per poi risalire sul palco.

Il finale è il momento forse più coinvolgente di tutto il concerto, perché tutti percepiscono che la fine è vicina e che quella sarà l’ultima canzone. È il turno di Throne. I fan si abbassano su ordine del cantante per poi saltare ancora più in alto e  cantare ancora più forte prima che quella serata finisca.

Punk is not dead

Insomma, i Bring Me The Horizon ci erano mancati e hanno saputo, insieme a Yungblud e gli Imminence, mandare a fuoco l’intero Ippodromo.

Martedì sarà una nuova giornata I-Days che si prospetta decisamente all’altezza delle precedenti. A calcare il palco dell’Ippodromo ci saranno i Simple Plan, insieme ai Sum 41 e all’intramontabile Avril Lavigne, a dimostrazione del fatto, se non fosse ancora chiaro, che Punk is not dead.

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