Per gli Stati Uniti TikTok e il suo algoritmo costituiscono una minaccia alla sicurezza nazionale per l’uso improprio che il governo cinese farebbe dei dati
TikTok ha fatto causa al governo degli Stati Uniti per la legge approvata il mese scorso dal presidente Joe Biden che costringe l’azienda a vendere la piattaforma. Qualora la vendita non fosse finalizzata, il social sarà ufficialmente chiuso entro il 19 gennaio 2025. TikTok ha presentato un atto giudiziario martedì 7 maggio presso la Corte d’Appello degli Stati Uniti per Washington, DC, contro il Protecting Americans from Foreign Adversary Controlled Applications Act. La causa sostiene che il disegno di legge viola le tutele costituzionali della libertà di parola.
TikTok è una popolare piattaforma lanciata nel settembre 2016 dalla società cinese ByteDance. Il suo algoritmo analizza il comportamento degli utenti e mostra loro video che potrebbero interessarli. In questo social nascono molti trend che si diffondono rapidamente tra gli utenti e per questo è diventato uno spazio per la scoperta di nuove mode e nel quale generare discussioni e confronti. La sua funzionalità e il suo utilizzo, però, hanno fatto accendere spesso diversi dibattiti che mettono in primo piano gli aspetti negativi della piattaforma, dalla protezione dei dati, alla diffusione di contenuti fake alla sicurezza online.
Per gli Stati Uniti TikTok e il suo algoritmo costituiscono una minaccia alla sicurezza nazionale per l’uso improprio che il governo cinese farebbe dei dati raccolti dal social, tuttavia l’azienda sostiene che questo non è un motivo sufficiente per limitare la libertà di parola. “La vendita forzata è incostituzionale“, ha fatto sapere TikTok.
A preoccupare i politici e alcuni membri della comunità di sicurezza nazionale degli Stati Uniti sono la raccolta dei dati e le pratiche di sicurezza di TikTok e il funzionamento dell’algoritmo di raccomandazione video dell’app. Nel frattempo TikTok ha dichiarato di impegnarsi per la sicurezza dei dati e nel 2022 ha avviato il “Progetto Texas”, per fornire sicurezza e trasparenza dei dati sulle informazioni raccolte dall’app sugli utenti statunitensi.
Nella causa intentata da TikTok si legge: “Le dichiarazioni di singoli membri del Congresso e un rapporto di una commissione congressuale indicano semplicemente preoccupazione per l’ipotesi che TikTok possa essere utilizzato in modo improprio in futuro, senza citare prove specifiche, anche se la piattaforma ha operato in modo prominente negli Stati Uniti sin dalla sua nascita, nel 2017.”
“Per la prima volta nella storia, il Congresso ha promulgato una legge che sottopone un’unica piattaforma vocale a un divieto permanente a livello nazionale e impedisce a ogni americano di partecipare a una comunità online unica con più di 1 miliardo di persone in tutto il mondo”. “Le dichiarazioni delle commissioni congressuali e dei singoli membri del Congresso durante il frettoloso processo legislativo a porte chiuse che ha preceduto l’entrata in vigore della legge confermano che ci sono tutt’al più speculazioni, non ‘prove’, come richiede il Primo Emendamento“, continua la nota. “Il Congresso non ha mai creato prima un regime di discorso a due livelli con un insieme di regole per una piattaforma denominata e un altro insieme di regole per tutti gli altri“.
Gautam Hans, professore associato di diritto presso la Cornell University e direttore associato della sua First Amendment Clinic, ha affermato: “TikTok ha prevalso nelle sue precedenti sfide al Primo Emendamento, ma la natura bipartisan di questa legge federale potrebbe rendere i giudici più propensi a rimettersi alla decisione del Congresso secondo cui l’azienda rappresenta un rischio per la sicurezza nazionale. Senza una discussione pubblica su quali siano esattamente i rischi, tuttavia, è difficile determinare perché i tribunali dovrebbero convalidare una legge così senza precedenti“. John Moolenaar, R-Mich, presidente del comitato ristretto della Camera del Partito comunista cinese, ha dichiarato: “Il Congresso e il ramo esecutivo hanno concluso, sulla base di informazioni pubbliche e riservate, che TikTok rappresenta un grave rischio per la sicurezza nazionale e il popolo americano. È significativo che TikTok preferisca spendere tempo, denaro e sforzi combattendo in tribunale piuttosto che risolvere il problema rompendo con il PCC. Sono fiducioso che la nostra legislazione verrà rispettata”.
La piattaforma TikTok era già stata vicina al ban negli USA nel 2020, per volere dell’allora presidente Donal Trump. Anche in Europa “non è da escludere” il ban, ha dichiarato Ursula von der Leyen.
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