Da curatore a ladro: è ufficialmente cominciato il processo a Peter Higgs e la sentenza potrebbe non essere piacevole per il truffatore
Uno dei musei più importanti del mondo, il British Museum ha subito dei furti dallo stesso curatore che quegli oggetti decideva come esporli. A dare una risonanza globale a questo fatto non è tanto la quantità di beni che sono stati rubati, ovvero 1800, ma il fatto che a compiere questo gesto sia stata una figura così importante e riconosciuta all’interno del museo stesso: Peter Higgs.
Pare che l’ormai ex curatore abbia poi diffuso i beni rubati attraverso eBay, vendendoli al miglior offerente. Una mossa che, come potete immaginare, non lo ha aiutato per nulla a passare inosservato o a farla franca.
Scopriamo come procede il suo processo e quali sono le accuse a carico dell’ex curatore che da oltre 30 anni collabora con il British Museum.
Heather Williams, giudice che sta seguendo il caso di Peter Higgs, ha ordinato all’ex curatore del British Museum di restituire quanti più oggetti rubati entro quattro settimane. Per farlo, Higgs dovrà farsi in quattro, anche perché per il momento il museo è riuscito a recuperare solo 356 dei 1800 oggetti di valore inestimabile, che Higgs ha pensato bene di rubare e di vendere su eBay.
D’altronde, avendo lavorato per oltre per decenni all’interno del museo, siamo più che sicuri che le occasioni di allungare le mani e nascondere gioielli e pezzi d’antiquariato non siano mancate, fino al suo ultimo furto nel 2023, in cui venne accusato di aver rubato gioielli d’oro e pietre preziose risalenti addirittura al 1500 a.C.
A quanto risulta, però, Higgs non è stato presente in prima persona all’udienza a causa di cattive condizioni di salute, ma la corte, in ogni caso, si è espressa e l’uomo dovrà seguire quanto richiesto.
Ora penserete: “Come è possibile che in 30 anni nessuno si sia mai accorto di questi furti?”, effettivamente è poco verosimile. Pare, infatti, che il museo fosse a conoscenza dei furti già dal 2021 e che Hartwig Fischer, direttore del museo, abbia deciso di dimettersi prima della sentenza.
La prova schiacciante che ha poi portato alle accuse e al processo di Higgs sarebbe arrivata dal Metropolitan Police Service di Londra, che ha informato il museo di 96 vendite effettuate da Higgs riguardanti oggetti molto simili a quelli conservati dal museo, sul suo account eBay tra maggio 2014 e 2017.
Che in realtà Fischer ne fosse a conoscenza? Non spetta a noi indagarlo.
Come abbiamo visto, Higgs dovrà darsi da fare per restituire la merce rubata, nel mentre però il museo sta chiedendo a eBay e Paypal di fare il possibile per risalire alle informazioni complete relative alla compravendita e alle transazioni di denaro. Considerato che Higgs non è stato poi così furtivo e scaltro nelle sue mosse, le possibilità di incriminarlo e fare luce sul caso sembrano decisamente alte.
Chi fa le veci del museo, sostiene che l’ex curatore stia cercando di nascondersi dietro a un dito per evitare le accuse:
“La sua posizione è stata che soffre di grave tensione mentale e sta cercando consulenza per la salute mentale e la depressione e non è in grado di rispondere efficacemente al procedimento. È rappresentato da avvocati nel procedimento penale, che gli hanno fornito assistenza in relazione al procedimento civile su base pro bono. Resta inteso tuttavia che non sarà rappresentato all’udienza”
A parte questo, la risposta principale sia da parte del museo, che da parte di Higgs è stata una sola: no comment, quest’ultimo però oltre ad essere stato licenziato per cattiva condotta ora dovrà fare i conti con un processo penale dall’esito decisamente poco favorevole.
La storia di Higgs insegna come spesso non ci si possa fidare neanche di qualcuno che lavora a stretto contatto con noi per anni, ma soprattutto che non è il caso di vendere beni preziosi di ognti itpo di epoca storica su eBay e pensare di farla franca…
Non ci resta che scoprire se Higgs riuscirà a restituire gran parte delle opere rubate, riconsegnando al British Museum ciò che ha sottratto e stare a vedere quale sarà la pena che il tribunale deciderà di riservare all’ex curatore.
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