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Nvidia, perché l’azienda è nel mirino dell’Antitrust americana?

Il colosso tech al centro di un’indagine del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti. E il mercato azionario ne risente

Nvidia, il colosso della tecnologia leader nella produzione di microchip per l’intelligenza artificiale si trova al centro di un’indagine antitrust avviata dal Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti. Questa indagine, rivelata da Bloomberg, ha messo in evidenza possibili pratiche anticoncorrenziali dell’azienda, generando una forte reazione negativa sul mercato azionario, con un calo di oltre il 9% del valore delle sue azioni in un solo giorno. La vicenda non si limita a una questione di regolamentazione, ma si intreccia con diverse preoccupazioni degli investitori sul futuro della tecnologia AI e sulle prospettive di crescita del settore.

Le accuse dell’Antitrust e la risposta di Nvidia

L’indagine, condotta dal Dipartimento di Giustizia, mira a fare chiarezza su presunte condotte anticoncorrenziali da parte di Nvidia. Le accuse riguardano presunti ostacoli posti dall’azienda a clienti che avrebbero voluto rivolgersi a fornitori alternativi per la produzione di chip, una pratica che potrebbe aver limitato la concorrenza nel mercato dei microprocessori AI. La richiesta formale di informazioni, tramite una citazione legalmente vincolante (subpoena), rappresenta un passaggio significativo nell’indagine, che potrebbe preludere a un’azione legale vera e propria.

Il ceo di Nvidia Jensen Huang | Ansa – vcode.it

Nvidia ha prontamente risposto alle accuse, difendendo la propria posizione di leadership nel settore. “Nvidia è avanti per merito”, ha dichiarato l’azienda, sottolineando che il suo successo deriva dalla qualità superiore dei propri prodotti, come evidenziato dai benchmark e dai risultati aziendali. Il colosso dei chip ha insistito sul fatto che i clienti hanno sempre avuto la libertà di scegliere soluzioni alternative e che la sua posizione dominante è il frutto di una competizione leale basata sul valore offerto.

Le ripercussioni sui mercati finanziari

La notizia dell’indagine ha avuto un impatto immediato e significativo sui mercati finanziari. Nella giornata del 3 settembre, Nvidia ha chiuso con un calo del 9,5% a Wall Street, perdendo ben 279 miliardi di dollari di capitalizzazione di mercato. Le contrattazioni after-hours hanno visto un ulteriore ribasso del 2,4%, segno della preoccupazione degli investitori riguardo alle possibili conseguenze dell’inchiesta antitrust. Anche a fine agosto, il titolo dell’azienda aveva subito una flessione di oltre il 6%, nonostante la pubblicazione di risultati finanziari straordinari, con un fatturato che ha più che raddoppiato nel secondo trimestre dell’anno, raggiungendo i 30,04 miliardi di dollari rispetto ai 28 miliardi previsti.

Questo andamento altalenante delle azioni di Nvidia riflette non solo l’incertezza legata all’indagine, ma anche i crescenti dubbi degli investitori sulle prospettive di sviluppo dell’intelligenza artificiale. Nonostante il settore AI sia stato identificato come una delle aree di crescita più promettenti, le aspettative elevatissime e le domande sulla reale redditività a lungo termine di questa tecnologia stanno alimentando una certa cautela tra gli operatori di mercato.

Il futuro dell’AI e il ruolo di Nvidia

Malgrado la recente volatilità, Nvidia rimane un attore centrale nell’ecosistema dell’AI. L’azienda è il principale fornitore di microchip per OpenAI, la società dietro a ChatGPT, e sta giocando un ruolo fondamentale nello sviluppo di hardware avanzato per le applicazioni di intelligenza artificiale. Secondo le informazioni riportate da Bloomberg, Nvidia è coinvolta nelle trattative per un nuovo round di raccolta fondi di OpenAI, a testimonianza dell’interesse e della fiducia nel futuro dell’AI.

 

Andrea Zoccolan

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