Il volo riservato con a bordo i tre italiani rapiti a sud est di Bamako, la capitale del Mali, il 19 maggio 2022, è atterrato all’aeroporto di Ciampino. Rocco Langone, la moglie Maria Donata Caivano e il figlio Giovanni Langone sono stati liberati questa notte. Ad accoglierli all’aeroporto c’era il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani.
I membri della famiglia Langone erano stati sequestrati dalla loro abitazione alla periferia della città di Koutiala, dove risiedevano da diversi anni. Questa zona è notoriamente infiltrata da militanti jihadisti; il rapimento è stato perpetrato da una fazione jihadista legata a JNIM, il Gruppo di Supporto per l’Islam e i Musulmani, affiliato ad Al-Qaeda, attivo in gran parte dell’Africa Occidentale. La famiglia Langone viveva a Koutiala.
Chi sono i Langone
Tutti e tre vivevano da tempo in Mali: Rocco Langone, sua moglie Maria Donata Caivano e il figlio Giovanni. La coppia Langone si era recata in Mali cinque anni prima del sequestro per visitare il figlio, residente nel Paese da anni. Successivamente avevano deciso di rimanere, integrandosi in una comunità esistente di Testimoni di Geova. Fonti informate riferirono in quel momento che non erano registrati nell’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero (AIRE). All’epoca del rapimento, il padre aveva 64 anni, la madre 62 e il figlio 42.
Il rapimento
I Langone vivevano a Sicnina, un villaggio alla periferia della città di Koutiala, nella regione di Sikasso, a 270 km a sud est di Bamako, capitale del Mali. L’area, al confine con il Burkina Faso, registra una forte presenza di jihadisti. I tre sarebbero stati prelevati dalla loro abitazione da un commando di quattro uomini arrivati a bordo di una Toyota. Originari di Ruoti, in provincia di Potenza, i Langone erano emigrati in Lombardia. Un altro figlio della coppia vive in provincia di Lecco.
La soddisfazione di Palazzo Chigi
“Il rilascio della famiglia – ha sottolineato Palazzo Chigi in una nota – è stato reso possibile grazie all’intensa attività avviata dall’Aise, di concerto con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, fin dall’immediatezza del sequestro, e in particolare grazie ai contatti dell’Agenzia con personalità tribali e con i servizi di intelligence locali. Nonostante la lunga prigionia, i componenti della famiglia Langone godono di buone condizioni di salute”.
“Voglio esprimere le mie più sentite felicitazioni per la liberazione dei nostri tre connazionali sequestrati nel 2022 in Mali: Rocco Langone, la moglie Maria Donata Caivano e il figlio Giovanni – ha detto la premier Giorgia Meloni – E ringraziare per lo straordinario lavoro l’Aise che, di concerto con il Ministero degli Esteri, ha consentito questo non facile risultato”.
“Tutto è bene quel che finisce bene. Dopo quasi due anni di prigionia sono rientrati i tre italiani che erano stati sequestrati dai jihadisti”, ha dichiarato invece Antonio Tajani. “Ora sono in buona salute – ha continuato il titolare della Farnesina – hanno incontrato i familiari, l’altro figlio, il fratello della signora. Voglio ringraziare l’unità di crisi del ministero degli Esteri, l’Aise, la nostra intelligence, per tutto il lavoro che è stato fatto per portare a casa questi tre cittadini italiani. È stato fatto tutto in silenzio. Senza parlare, con una grandissima collaborazione da parte della famiglia che si è dimostrata seria, non ha mai detto una parola. Hanno sempre collaborato con grande silenzio, grande serietà e disponibilità. Quando si fa così si ottengono i risultati. Sono molto contento, sono belle notizie che rendono la nostra vita più serena”.