Incredibile, ma vero, in passato c’è stato un 30 febbraio. Ecco tutte le curiosità a proposito di questo evento unico
“Trenta giorni ha novembre, con aprile, giugno e settembre, di ventotto ce n’è uno, tutti gli altri ne han trentuno”: così recita una famosissima filastrocca conosciuta da tantissime generazioni, utilizzata per riuscire a imparare il numero di giorni che ci sono in un mese. Naturalmente, come tutti sappiamo, febbraio arriva ad avere fino a 29 giorni negli anni bisestili (come nel caso del 2024), ma in pochissimi sanno che, nella storia, è esistito anche un 30 febbraio. Ecco tutto quello che c’è da sapere a questo proposito.
Quell’anno in cui è esistito anche un 30 febbraio: ecco tutta la storia
Il 30 febbraio è una data reale? È mai esistito un 30 febbraio nella storia? Queste curiose domande, seppur insolite hanno un fondamento storico. In un passato remoto, il 30 febbraio è stato effettivamente inserito nel calendario. Oggi, approfittando di questa rara giornata aggiuntiva offerta dall’anno bisestile del 2024, vogliamo condividere con voi l’affascinante aneddoto svedese, dove per un breve periodo è stato contemplato il 30 febbraio nel calendario.
Osservare febbraio con 29 giorni è un avvenimento raro. L’anno bisestile, con 366 giorni e il 29 febbraio, ricorre ogni 4 anni. Immaginate la sorpresa di vedere il mese aggiungere un giorno in più.
Il 30 febbraio ha avuto una vera esistenza, limitata nel tempo e nello spazio. Per rintracciare questa data insolita, dobbiamo viaggiare indietro al 1712.
In quei tempi, la Svezia, come il resto d’Europa, adottava il calendario giuliano, introdotto da Giulio Cesare nel 46 a.C. Il calendario gregoriano, che utilizziamo oggi, venne introdotto nel 1582 da Papa Gregorio XIII, e la Svezia decise di passarvi nel 1700.
Tuttavia, il calendario di Papa Gregorio XIII non era perfettamente allineato con l’anno solare, poiché il tempo per il ritorno del Sole allo stesso punto di osservazione dalla Terra richiede 365 giorni, 5 ore e quasi 49 minuti. Per correggere questo disallineamento, la riforma gregoriana aggiunse un giorno bisestile ogni quattro anni.
La transizione dal calendario giuliano a quello gregoriano non fu semplice, richiedendo l’eliminazione di una decina di giorni. La Svezia scelse di effettuare questa transizione gradualmente, eliminando gli anni bisestili dal 1700 al 1740. In questo lasso di tempo, il 29 febbraio non avrebbe dovuto esistere per gli svedesi. Tuttavia, nel 1704 e nel 1708, qualcosa andò storto, e il 29 febbraio non venne saltato dopo un corretto “salto” dal 28 febbraio al primo marzo nel 1700.
La Grande Guerra del Nord contro l’impero russo potrebbe spiegare la dimenticanza. La Svezia aveva questioni più pressanti in quel periodo. Nonostante le ragioni dietro tale smemoratezza, rimaneva il bisogno di correggere l’errore. Re Carlo XII, accortosi del problema, decise di tornare al calendario giuliano nel 1712. Per farlo, era necessario recuperare il giorno perso nel 1700. Poiché il 1712 era già un anno bisestile, si decise di aggiungere il 30 febbraio. Nel 1753, la Svezia adottò definitivamente il calendario gregoriano.
Dopo oltre quarant’anni, la Svezia optò nuovamente per il calendario gregoriano nel 1753, questa volta con una transizione diretta. Forse ricordando gli errori del passato, la Svezia scelse di seguire la stessa drastica decisione presa da molti paesi un secolo prima, saltando i giorni dal 17 febbraio al primo marzo di quell’anno.
Questo sacrificio si è rivelato vantaggioso, considerando che il calendario di Giulio Cesare causava un significativo disallineamento rispetto all’anno solare. Per capire la differenza tra l’anno giuliano e quello solare, basta pensare che il 30 febbraio 1712 “svedese” corrispondeva all’11 marzo 1712 nei paesi che già utilizzavano il calendario gregoriano, come l’Italia, la Francia e la Spagna.
Ma per quale motivo febbraio ha solo 28 giorni?
Febbraio, il più breve dei mesi con 28 giorni (o 29 nei bisestili), è un mese dalle origini intriganti. Vi sono teorie che lo collegano a una disputa politica tra Cesare e Ottaviano Augusto. La divisione in mesi, attribuita al leggendario fondatore di Roma, Romolo, era inizialmente composta da 10 mesi, da marzo a dicembre, per un totale di 304 giorni. I primi 4 mesi, marzo, aprile, maggio e giugno, erano dedicati rispettivamente a Marte, Afrodite, Maia e Giunone.
Nel 713 a.C., Numa Pompilio, uno dei 7 re di Roma, aggiunse i mesi mancanti, gennaio (Ianuarius) e febbraio (Februarius), posizionati alla fine del calendario. Febbraio, l’ultimo mese, era dedicato a Februus, dio etrusco della morte e della purificazione. Tuttavia, questa nuova disposizione si rivelò imprecisa, portando all’aggiunta ogni due anni del mercedonio, un mese intercalare di 27 giorni, per mantenere l’allineamento tra le stagioni e il calendario.
Nel 46 a.C., l’anno vide importanti trasformazioni nella sua suddivisione. Giulio Cesare introdusse il calendario solare, noto come calendario giuliano, sviluppato dall’astronomo egizio Sosigene di Alessandria. Si iniziò a contare l’anno da gennaio, dedicato a Giano, il dio bifronte degli inizi, delle porte e dei passaggi.
Ma perché febbraio è il più breve dei mesi, con i suoi 28 giorni? Una teoria suggerisce che, nel calendario giuliano, febbraio avesse originariamente 29 giorni. Tuttavia, la politica diplomatica intervenne: quando il Senato decise di dedicare il mese di ottobre a Ottaviano Augusto, notarono che aveva un giorno in meno rispetto a luglio, dedicato a Giulio Cesare. Per mantenere l’equilibrio, si decise di sottrarre un giorno a febbraio. Ma c’è chi dissentiva da questa spiegazione, sostenendo che febbraio avesse sempre avuto 28 giorni fin dall’inizio.
Nel 1582 fu introdotto il calendario gregoriano da Gregorio XIII, in sostituzione del calendario giuliano, in uso per lungo tempo. Nonostante le varie modifiche apportate, febbraio rimase il secondo mese dell’anno, con i suoi immutabili ventotto giorni, come cantato nella filastrocca. Ancora oggi, il calendario gregoriano è ampiamente adottato in tutto il mondo.
Perché esistono gli anni bisestili?
Come detto in precdenza, gli anni bisestili sono necessari poiché un anno nel calendario gregoriano è leggermente più breve di un anno solare, che è il tempo che la Terra impiega per compiere un’orbita completa attorno al sole. Un anno secondo il nostro calendario ha esattamente 365 giorni, mentre un anno solare dura circa 365,24 giorni, ossia 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 56 secondi.
Senza considerare questa discrepanza, ogni anno vedrebbe aumentare di 5 ore, 48 minuti e 56 secondi la differenza tra l’inizio di un anno solare e quello di un anno civile. Nel tempo, ciò comporterebbe uno spostamento delle stagioni. Ad esempio, l’equinozio di primavera potrebbe gradualmente slittare dal 21 marzo verso aprile, maggio o persino giugno.