Arriva il test del Dna per risalire al proprietario che non ha raccolto gli escrementi del cane. In una città italiana è già in atto.
Dovrebbe essere semplicemente un gesto di civiltà, ma purtroppo sono ancora troppe le persone che non raccolgono gli escrementi dei loro cani in giro per strada. In molte vie delle nostre città italiane è possibile vedere residui di feci lasciate per terra in modo incurante.
Spesso bisogna saltare e fare lo slalom per non metterci i piedi su e se capita di camminare sovrappensiero il rischio è quello di pestare gli escrementi lasciati dai proprietari incivili, e togliere via il fetore che resta impregnato è abbastanza difficile.
Senza dimenticare che è ancor più grave quando a prendere sotto le feci canine sono le ruote delle sedie a rotelle dei disabili. Ma a tutto questo evidentemente chi non raccoglie non ci pensa. Esistono già delle sanzioni se una persona viene scoperta dai vigili urbani a lasciare sulla strada gli escrementi del proprio cane, ma la lotta contro questo comportamento irresponsabile e incivile adesso si è inasprita.
Grazie alla scienza è stato ideato un metodo che consente attraverso l’analisi del Dna da effettuare sugli escrementi di risalire al cane e quindi al proprietario per multarlo. L’idea è arrivata da una città italiana che ha reso già obbligatorio questo procedimento.
I proprietari incivili non avranno più scampo. Ne ha parlato anche il Guardian riportando la notizia di questa città italiana così all’avanguardia per aver trovato un sistema innovativo per contrastare questo increscioso problema. Succede nella provincia autonoma di Bolzano dove la normativa è stata già messa in atto.
Tecnicamente la questione funziona in questo modo: i proprietari dei cani hanno l’obbligo di sottoporre i loro cani alle analisi del Dna. Questo verrà inserito in un database a cui la polizia farà riferimento per l’individuazione di coloro che non hanno raccolto analizzando di conseguenza le feci trovate in strada e facendo una comparazione.
Le multe oscillano tra i 292 e i 1048 euro. Il test del Dna è a carico del proprietario e costa 65 euro. Anche questo elemento ha suscitato forti polemiche. A molti non sembra giusto che il proprietario, anche chi è ligio al dovere e raccoglie sempre, debba spendere i soldi del test. Ad altri non piace proprio l’idea di una ricerca così sofisticata e accurata per scovare i colpevoli.
I randagi sono quasi inesistenti nelle città italiane per cui non si pone il problema che a lasciare gli escrementi possano essere loro. Il problema si pone invece nel caso di turisti di passaggio che hanno con sé cani e quindi loro potrebbero comunque farla franca. Il database è ancora in fase di implementazione e sono stati reclutati nuovi veterinari per aiutare nella catalogazione.
Ad oggi però solo una piccola parte di cani presenti nel territorio sono stati analizzati. Anche le associazioni animaliste si sono scagliate contro la normativa e ne hanno chiesto l’abrogazione. Alla richiesta hanno aderito anche persone che non hanno cani.
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