I piccioni e l’Intelligenza Artificiale hanno più cose in comune di quelle che ti aspetteresti. Vediamole insieme in questo articolo
C’è qualcosa nel comportamento dei piccioni che può essere ricondotto ad una delle innovazioni tecnologiche più importanti di sempre: l’Intelligenza Artificiale. Nelle ultime ricerche condotte in ambito scientifico, è stata messa in luce una particolarità del modo di apprendere e risolvere i problemi dei piccioni, che ha stupito l’intera comunità scientifica.
Nello studio condotto da Edward Wasserman, professore di Psicologia Sperimentale presso l’Università dell’Iowa, e altri collaboratori, è stato indagato il comportamento di 24 piccioni con un’attenzione particolare al loro modo di risolvere problemi.
L’intelligenza dei piccioni viene spesso sottovalutata, nonostante si tratti di animali in grado di fare grandi cose come memorizzare volti, ricordare lunghi e complessi percorsi e salvare vite umane. Basti pensare ai piccioni viaggiatori in epoca di guerra e al numero di soldati che sono stati in grado di salvare con il loro volo.
Osservando come i piccioni superavano ostacoli e prendevano decisioni, Edward Wasserman e i suoi collaboratori, si sono accorti che nel modus operandi con cui il piccione prendeva queste decisioni c’era qualcosa di familiare. Qualcosa che richiamava lo stesso metodo utilizzato per “istruire” le più moderne tecnologie di Intelligenza Artificiale. Potremmo riassumere questo elemento comune con una parola sola: tentativo.
Ovvero la capacità di apprendere attraverso tentativi ripetuti e le relative conseguenze.
Ma in cosa consisteva esattamente il test a cui venivano sottoposti i piccioni? Vediamolo insieme. Ogni uccello vedeva su uno schermo alcuni stimoli (linee e anelli di diverse dimensioni) e con il becco doveva toccare un pulsante posto a sinistra o a destra, per indicare la categoria di appartenenza dello stimolo che vedeva comparire.
Quando il piccione indovinava la categoria di appartenenza dello stimolo veniva premiato con del cibo, se sbagliava invece non riceveva nulla.
Il risultato di questi test è riassunto nel commento rilasciato da Brandon Turner, coautore dello studio e professore di Psicologia presso l’Ohio State University:
“I piccioni imparano attraverso prove ed errori. Il fondamento neurobiologico dell’abilità di categorizzazione del piccione potrebbe essere basato su un meccanismo di apprendimento associativo evolutivamente antico e apparentemente elementare che collega progressivamente le risposte comportamentali a porzioni limitate di spazio percettivo.”
In seguito a tentativi più o meno favorevoli, i piccioni hanno appreso quali erano le scelte giuste aumentando la percentuale di risposte corrette e diventando esponenzialmente più precisi.
Anche nel caso dell’AI il meccanismo di apprendimento si basa proprio su tentativi, prove ed errori.
Le tecnologie di Intelligenza Artifciale, per quanto all’avanguardia, devono “essere istruite” con grandi basi di dati. Infatti, questi modelli sofisticati hanno bisogno di apprendere come associare parole chiave, immagini e concetti per poter generare risposte attendibili.
Basti pensare a Chat GPT, il famoso chatbot. Si tratta di un modello in grado di elaborare una quantità impressionante di dati, proprio perché è stato “addestrato” ad associare le parole chiave che gli utenti digitano nella chat a risposte pertinenti.
Lo stesso Wasserman ha commentato l’analogia tra piccioni e Intelligenza Artificiale in questo modo:
“I piccioni stanno usando un algoritmo biologico, quello che la natura ha dato loro, mentre il computer usa un algoritmo artificiale che gli umani hanno dato loro.”
E che, a quanto pare, somiglia molto a quello che la natura ha inventato prima di noi.
Magari questa scoperta farà ricredere chi pensava che i piccioni fossero animali stupidi. In fin dei conti, la stessa Intelligenza Artificiale, in qualche modo, è stata ispirata a loro.
Ricordatevene la prossima volta che andrete in piazza Duomo a Milano a farvi una foto circondati da piccioni: avrete di fianco delle piccole intelligenze naturali.
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