In Australia nei prossimi mesi si potrebbe assistere a un abbattimento di massa di cavalli selvaggi, diventati ormai troppo numerosi. Il compito è stato affidato ad alcuni ranger, che dovranno uccidere gli esemplari direttamente in volo. Ecco cosa accadrà
Dei ranger a bordo di alcuni elicotteri, con un fucile in mano, abbatteranno i cavalli in corsa.
No, non è la trama di un macabro film.
Purtroppo, è la scena a cui potremmo ritrovarci ad assistere nei prossimi mesi in Australia, dove è in programma un abbattimento di massa di cavalli selvaggi.
Immaginate di essere in una splendida radura e di ritrovarvi all’improvviso ad assistere a una scena che sembra essere uscita direttamente da un action movie.
Dei ranger a bordo di alcuni elicotteri puntano i propri fucili su alcuni cavalli in movimento, premendo poi il grilletto una volta messo nel mirino il proprio bersaglio.
È ciò che molto probabilmente accadrà nei prossimi mesi in Australia, dove le autorità statali del Nuovo Galles del Sud hanno messo a punto un nuovo piano per ridurre sensibilmente il numero di “brumbies” presenti sul territorio.
Parliamo dei tipici cavalli selvaggi australiani, di cui attualmente si contano circa 19.000 esemplari nel Parco Nazionale Kosciuszko, nel sud-est del Paese.
Un numero onestamente enorme e che sta iniziando a destare non poche preoccupazioni, motivo per cui le autorità della zona sono state costrette a studiare un piano per ridurre – e di parecchio – la presenza di questo animale in tale zona dell’Australia.
Come? Attraverso quello che può essere considerato un vero e proprio abbattimento di massa.
L’obiettivo dichiarato dalle autorità del Nuovo Galles del Sud è infatti quello di ridurre a 3.000 esemplari il numero di “brumbies” entro la metà del 2027, come certificato in una nuova legge.
Ad avere il compito di abbattere questi cavalli selvaggi saranno diversi rangers, i quali, muniti di fucile, dovranno salire a bordo di alcuni elicotteri e sparare al cuore o alla testa degli animali direttamente in volo.
Una misura sicuramente drastica e, in parte, anche parecchio impopolare, ma considerata indispensabile dalle autorità al fine di proteggere la flora e la fauna del Parco Nazionale Kosciuszko.
A spiegarlo è stato direttamente Penny Sharpe, Ministro dell’Ambiente del Nuovo Galles del Sud, il quale ha sottolineato come eliminare i cavalli sul terreno, con armi da fuoco o trappole (come accade ora, ndr), non basti più:
“Le specie autoctone sono sull’orlo dell’estinzione e l’intero ecosistema è minacciato dalla presenza di un numero troppo elevato di brumbies. Non è una decisione facile da prendere. Nessuno vorrebbe uccidere i cavalli selvaggi, ma è necessario”.
A essere minacciate dalla sempre più massiccia presenza dei brumbies sul territorio sono soprattutto alcune specie animali autoctone delle Alpi Australiane, come il pesce galaxias o la rana corroboree meridionale, senza tralasciare anche molte piante tipiche del luogo, come sottolineato da Tanya Plibersek, Ministro federale dell’Ambiente e dell’Acqua.
Fino ad oggi, i metodi usati per ridurre il numero di brumbies sono state alcune pratiche come il reinsediamento, la tranquillizzazione e l’abbattimento a terra, le quali non sono però bastate per raggiungere lo scopo.
Per questo, si è giunti alla decisione di reintrodurre l’abbattimento aereo, già in uso nei primi anni 2000, quando in soli tre giorni furono abbattuti oltre 600 esemplari, scatenando una forte indignazione pubblica (motivo per cui le autorità smisero di praticarlo, ndr).
La nuova misura è stata introdotta a seguito di un processo di votazione che ha visto a favore di questa pratica l’82% delle 11.002 proposte degli interessati.
Ciò che le autorità pensano infatti è che, senza l’abbattimento aereo, sarebbe impossibile raggiungere l’obiettivo di avere solo 3.000 brumbies nel Parco Nazionale Kosciuszko entro la metà del 2027.
Questo significherebbe non rispettare quindi la legge che è appena stata promulgata in merito a questa questione.
Quello dei cavalli selvaggi è un problema che riguarda tutta l’Australia, dove si stima siano circa 400.000 gli esemplari di brumbies presenti in tutto il Paese.
Questa specie fu introdotta dai coloni europei e nel corso degli anni ha visto una crescita costante e incontrollata nel numero dei suoi esemplari.
Impossibile dunque continuare a ignorare il problema, secondo Jack Gough, Direttore delle attività di sensibilizzazione presso il Consiglio sulle Specie Invasive.
Egli ha infatti affermato come l’attuale situazione ponga davanti a un bivio: ridurre urgentemente il numero di cavalli selvaggi in Australia o accettare la distruzione di ecosistemi alpini sensibili e di habitat, oltre che l’estinzione di alcuni animali autoctoni.
Per questo, l’abbattimento di massa operato da personale altamente addestrato è considerato l’unico modo etico e giusto per ridurre il numero di brumbies.
Una posizione che non trova però l’appoggio di chi si è già schierato a difesa dei cavalli, ovvero l’Australian Brumby Alliance.
Secondo la Presidente dell’associazione, Jill Pickering, ciò che si dovrebbe fare è operare un potenziamento delle risorse destinate alla cattura passiva e il reinsediamento come metodo principale per gestire la popolazione di cavalli selvaggi.
L’uccisione degli esemplari dovrebbe essere limitata alle aree ad alta densità e alle zone fragili designate, le quali sono già state identificate in passato nella Legge sui Cavalli Selvatici del Nuovo Galles del Sud.
Secondo l’Australian Brumby Alliance, questi animali appartengono all’identità nazionale australiana, motivo per cui andrebbero preservati e non cacciati.
Nella cultura di massa, i brumbies furono celebrati anche dal poeta e giornalista Banjo Paterson (vissuto dal 1864 al 1941, ndr), il quale è famoso per la sua esaltazione delle zone rurali dell’Australia.
Non solo. Nella capitale Canberra esiste addirittura una squadra di rugby nota con il nome Brumbies, giusto per sottolineare ancora una volta come questi cavalli siano considerati degli animali davvero speciali dall’altra parte del Mondo.
Nonostante ciò, sembra però al momento improbabile che il piano di abbattimento previsto dalle autorità del Nuovo Galles del Sud venga fermato nei prossimi mesi.
Come ampiamente raccontato in precedenza, per quanto possa apparire macabro ed estremo, l’abbattimento aereo è l’unico modo per ridurre velocemente il numero di brumbies sul territorio e garantire nuova vita alla flora e alla fauna locale, attualmente minacciate dalla presenza incontrollata di questo animale.
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