X non stava raccogliendo i consensi sperati, ma le nuove regole sui contenuti explicit potrebbero cambiare la situazione
Probabilmente Elon Musk si è posto la domanda: “Perché X non sta funzionando e come possiamo fare in modo che il nuovo Twitter spopoli sul serio?”. La risposta che ha deciso di darsi e dare agli utenti è una sola: contenuti sessuali a volontà.
Considerato che molti utenti lamentavano il fatto che su X circolassero contenuti un po’ troppo espliciti, possiamo dire che Musk abbia deciso di fare di questa “debolezza” una forza, cambiando addirittura regole e restrizioni che dovrebbero servire a limitare la diffusione di un certo tipo di contenuti sui social.
Nuove regole, meno restrizioni, più libertà di mostrarsi su X come mamma ci ha fatti. Siamo sicuri sia una buona idea? Prima di dare un giudizio, scopriamo cosa sta succedendo.
X dice sì ai contenuti sessuali per adulti
Le linee guida di X sono cambiate e gli utenti hanno il permesso ufficiale di caricare contenuti sessuali sul social. Già prima di questo cambiamento i contenuti che potremmo definire “explicit” costituivano il 13% dei post totali su X e come abbiamo già visto, in molti criticavano questo aspetto, ma altrettanti lo apprezzavano eccome per ovvi motivi. Insomma, un OnlyFans 2.0 tutto da scoprire.
Ma se i contenuti postati potevano sembrare un po’ troppo spinti, non saranno nulla paragonati a quelli che da ora in poi sarà possibile condividere senza alcun tipo di ripercussione o restrizione da parte di X, e lo stesso vale anche per i contenuti realizzati con Intelligenza Artificiale, che hanno fatto tanto scandalo negli ultimi mesi.
Rassicurazioni poco rassicuranti
Elon Musk ha voluto precisare che, nonostante questo via libera ai contenuti hot, saranno comunque perseguibili contenuti riguardanti lo sfruttamento sessuale, l’oggettivazione degli individui, la violazione della privacy dei minori o la condivisione di comportamenti sessuali osceni.
Ma non possiamo fare a meno di chiederci quanto valgano queste rassicurazioni: se pensate a tutto il materiale che gira libero sui social media, che infrange purtroppo le norme vigenti, ad esempio su Instagram, e quanto sia difficile combatterne la diffusione e preservare la privacy delle figure coinvolte, spesso anche contro la loro volontà, dare un via libera del genere potrebbe creare dei danni ancora più difficili da contenere.
In più, sorge spontaneo chiedersi: chi stabilirà il confine tra “immagine hot” e “immagine oscena”, chi verificherà l’età di tutti i soggetti coinvolti per assicurarsi che siano maggiorenni, in che modo verrà perseguito chi condividerà contenuti oggettivizzanti? Tutto questo rischia di sfuggire di mano e di rendere il social potenzialmente pericoloso per gli utenti.
Ogni utente di X potrà scegliere, attraverso delle opzioni sul proprio profilo, che tipo di contenuti vorrà che compaiano nella sua home e i contenuti pornografici non potranno essere postati come immagini di profilo o banner. Una magra consolazione.
Una finta libertà di espressione potenzialmente pericolosa
Il messaggio con cui X ha voluto diffondere questo cambiamento a livello di restrizioni sui contenuti, merita di essere letto e sezionato:
“L’espressione sessuale, che sia scritta o visiva, può essere una forma legittima di espressione artistica. Crediamo nell’autonomia degli adulti di ingaggiare e creare contenuti che riflettono le loro credenze, i loro desideri e le loro esperienze, incluse quelle legate alla sessualità“.
X fa una sorta di appello alla libertà di espressione, aggrappandosi a un concetto che negli ultimi anni sta raggiungendo sempre più consensi e che si è velato di una certa dose di ipocrisia ovvero la libertà di espressione, la libertà di mostrare il proprio corpo, di non nascondersi, di mostrare al mondo chi si è davvero.
Sulla carta tutto questo è più che giusto e onorevole, ma quello che X nel suo messaggio aulico non considera è che condividere dei contenuti espliciti sui social network non aiuta in alcun modo a vivere con maggiore libertà la propria sessualità, né aiuta a fare crollare il tabù che nella società di oggi esiste ancora rispetto al tema del sesso.
Anzi, potrebbe alimentarlo: trasformare un social network in una raccolta di foto di nudo e atti pornografici, è un buon modo di fare conoscere il sesso, soprattutto ai più giovani? O così facendo si andrebbe solo ad incrementare un’informazione scorretta e un’oggettivazione del corpo sempre più malsana?
Social network vs pornografia
Negli ultimi anni è stata messa in croce la pornografia, accusando i film porno di promuovere un’immagine distorta del sesso, potenzialmente nociva per le nuove generazioni.
Addirittura, l’aumento dei casi di violenza sessuale sulle donne è stato ricondotto ad un’ educazione sessuale sbagliata divulgata dai porno, in cui spesso la donna risulta sottomessa all’uomo e oggettivizzata. Secondo queste teorie, nei giovani la divisione tra finzione pornografica e realtà sarebbe venuta meno, incrementando la propensione a commettere atti di violenza sessuale.
Anche i social sono stati messi in croce, soprattutto se pensiamo ai casi di revenge porn che hanno distrutto la vita di molte donne a causa della divulgazione di foto e video destinati a rimanere privati e che invece sono stati diffusi, propagandosi in rete a causa proprio dei social network, senza che potessero fare nulla per impedirlo. Quindi, perché improvvisamente si dovrebbe diventare meno rigidi sull’argomento?
Conclusioni
Non siamo qui per prendere parti in merito alla questione, ma per porre una semplice domanda a cui poi starà a voi trovare una risposta: trasformare X in un social così permissivo, alla luce di quanto detto rispetto a film porno e social pericolosi, in che modo tutelerà gli utenti dalle possibili minacce del web? In che modo sarà un passo avanti rispetto all’oggettivazione del corpo, o in che modo renderà le persone più libere?
La maschera della libertà d’espressione fatica a stare sul volto di X, che si dimostra probabilmente troppo leggero nel giudicare i potenziali effetti negativi che questa scelta potrebbe provocare, soprattutto tra i più giovani.
Cercare di minare l’industria del porno e poi trasformare un social nel suo corrispettivo, con meno regole e meno finzione, è davvero la scelta giusta per la società in cui viviamo? Forse Elon Musk avrebbe dovuto farsi anche questa domanda insieme a quella iniziale.