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Attualità

Salario minimo, il governo affossa la proposta dell’opposizione. È bagarre alla Camera

Montecitorio dà il via libera al maxi-emendamento che delega l’esecutivo a elaborare un testo alternativo cancellando il testo delle minoranze che puntava a introdurre in Italia una retribuzione minima di 9 euro lordi l’ora. Proteste in aula: “Sottratto al Parlamento il diritto di discutere”

 

La proposta unitaria dell’opposizione sul salario minimo è definitivamente archiviata. L’aula della Camera ha dato il via libera al maxi-emendamento che delega il governo a elaborare un testo alternativo sulle “retribuzioni eque” mentre dai banchi della minoranza si gridava “vergogna, vergogna” e si agitavano cartelli. Dopo la bagarre a Montecitorio, il testo ora passa al Senato. “Ci avete costretti a ritirare le nostre firme alla proposta di legge”, ha attaccato in aula la segretaria del Partito democratico Elly Schlein. L’avete “svuotato e fatto diventare un’altra cosa” perché “a voi sta bene che c’è chi lavora e viene sfruttato“. Ma “noi andremo avanti e insieme alle altre opposizioni decideremo come portare avanti” la proposta, ha garantito la leader dem.

La delega al governo

Con il maxi emendamento firmato da Walter Rizzetto (Fratelli d’Italia), di fatto il governo ha eluso il testo presentato da Pd, Movimento 5 stelle, Azione, +Europa e Alleanza verdi sinistra, che mirava a introdurre in Italia un salario minimo legale di 9 euro lorde l’ora.

Anche l’ultimo tentativo di rimettere in gioco il salario minimo è sfumato. I partiti di minoranza hanno presentato un  emendamento che mirava a ripristinare il testo sulla retribuzione minima ma è stato bocciato dall’aula con il parere contrario del governo. Un tentativo, senza speranza visti i numeri della maggioranza, per “costringere” la coazione di centro destra a dire pubblicamente no al salario minimo. Le opposizioni compatte infatti accusano l’esecutivo di “non avere avuto il coraggio di votare contro la proposta di legge”.

Da qui la decisione di ritirare le firme, partita dalla segretaria del Pd, a cui via via si sono associati gli altri leader di minoranza. Non nel mio nome”, hanno ripetuto in aula.

La segretaria del Partito democratico Elly Schlein alla Camera | Foto ANSA/GIUSEPPE LAMI – Vcode.it

Lo scontro tra governo e opposizioni

Lo scontro dunque ha travalicato il merito per investire il metodo delle procedure democratiche. Secondo il segretario di Sinistra italiana Nicola Fratoianni si è trattato di “uno schiaffo al Parlamento”. Di più: “Un atto indecente di pirateria politica e istituzionale“,

Anche Schlein in aula ha insistito sul punto. “Voi avete i voti per governare, ma governare non significa umiliare la prerogativa delle opposizioni di presentare delle proposte, discuterle e votarle. Questo, vi sia chiaro, non è un diritto di cui disponete liberamente a vostro piacimento, la Costituzione non vi autorizza agli abusi di potere sulla pelle delle minoranze”. E ancora: “Il Governo ha scelto di sottrarre al Parlamento il diritto di discutere e votare sul salario minimo”, ha scandito la segretaria dem.Ma la democrazia è un’altra cosa. Giorgia Meloni non ha avuto nemmeno il coraggio di farvi votare contro la nostra proposta, ha preferito trovare un sotterfugio per soffocare il dibattito in quest’aula”.

Duro anche il leader del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte: “La maggioranza ha voltato le spalle a 3,6 milioni di lavoratrici e lavoratori. Con la stessa arroganza con cui fate fermare un treno per far scendere un ministro, avete fermato la speranza di tutti questi lavoratori sottopagati. Vi dovete vergognare”. Ma “questo gesto proditorio non lo compirete in mio nome e nel nome del M5s”, ha detto garantendo che “la battaglia sul salario minimo è stata solo rallentata”.

Persino Italia viva di Matteo Renzi, che non ha condiviso la proposta, si è scagliata contro maggioranza e governo: “Non è mai successo che una proposta dell’opposizione non sia stata emendata ma cancellata e sostituita con una delega di segno contrario”, esordisce Luigi Marattin. “La verità è che non volete il titolo di giornale in cui si dice che avete votato contro il salario minimo. Vi siete accorti che è uno slogan che funziona anche nel vostro elettorato. Quella scritta oggi dal governo è una brutta pagina contro le opposizioni“.

Governo e maggioranza si difendono

La maggioranza dal canto suo ha respinto le accuse al mittente difendendo la scelta di approvare la delega al governo mentre il presidente di turno della Camera Giorgio Mulè ha assicurato che il regolamento di Montecitorio è stato pienamente rispettato.

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni invece ha attaccato opposizioni e sindacati:M5s e Pd ci dicono che è l’unica cosa da fare in Italia, ma in 10 anni che sono stati al governo non gli è mai venuto in mente di farlo”, ha detto ai microfoni di Rtl 102.5. “Alcuni sindacati anno in piazza per il salario minimo e poi accettano contratti da poco più di 5 euro l’ora: bisognerebbe essere un po’ più coerenti”.

Il leader Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte alla Camera | Immagine frame video X @Mov5Stelle

Cosa prevede la legge delega

La delega al governo, da esercitare entro sei mesi, mira a “garantire l’attuazione del diritto di ogni lavoratore e lavoratrice a una retribuzione proporzionata e sufficiente, come sancito dall’articolo 36 della Costituzione“. Il testo riguarda in particolare l’equa retribuzione e i contratti pirata.

Nel primo caso, l’obiettivo è quello di rafforzare la contrattazione collettiva, prendendo a riferimento i “trattamenti economici complessivi minimi dei contratti collettivi nazionali maggiormente applicati”. Si menzionano “trattamenti retributivi giusti ed equi” senza tuttavia indicare alcuna retribuzione minima. Tra gli obiettivi della delega anche “lo sviluppo progressivo della contrattazione di secondo livello”. Quanto ai contratti pirata, l’obiettivo è quello di “incrementare la trasparenza” e contrastare fenomeni “dumping contrattuale, concorrenza sleale, evasione fiscale e contributiva, ricorso a forme di lavoro nero o irregolare in danno dei lavoratori e delle lavoratrici”.

La proposta di legge delle opposizioni

All’inizio dello scorso luglio i partiti di opposizione hanno presentato una proposta di legge sul salario minimo con primo firmatario Giuseppe Conte, che indica in 9 euro lordi il salariale minimo orario che sostituisce quello inferiore previsto dai contratti collettivi. Un valore aggiornato, con cadenza annuale, da un’apposita commissione. La proposta di legge affida alla contrattazione collettiva il compito di stabilire le tabelle retributive ma introduce una soglia minima vincolante. Lo scorso agosto Pd, M5s, +Europa e Avs hanno lanciato una petizione online che in pochi giorni ha raccolto centinaia di migliaia di firme.

Federica Giovannetti

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