Covid e le sue pericolose varianti, influenza suina e non solo. Come convivere con i virus in circolazione là fuori, i consigli del virologo.
Esiste un prima pandemia da Coronavirus e un dopo. Passato lo spavento, capito come comportarsi e recepiti gli atteggiamenti (non di paura ma di semplice attitudine) da attuare, siamo da tempo, ormai, nella fase della convivenza con i virus. E sappiamo già come si affronta tutto questo.
Già, perché adesso il Covid così come lo abbiamo conosciuto ha subito delle mutazioni, trasformandosi in varianti comunque da tenere in considerazione, nonostante l’abitudine a certi comportamenti e atteggiamenti ci ha portato alla conoscenza.
La variante JN.1 di Sars-CoV-2 è ormai dominante negli Stati Uniti, è arrivata a rappresentare fino a circa l’85,7% dei casi di Covid rilevati negli USA. Niente panico, proprio dagli ospedali statunitensi è arrivata una sorta di sentenza, non è più grave di quello che abbiamo passato dal 2020 al 2022.
Un po’ come l’influenza suina, i sintomi sono quelli influenzali ma comporta delle conseguenze pericolose all’apparato respiratorio. I primi casi sono stati associati ad esposizione e contatti ravvicinati tra maiali e uomo. Attenzione, però, il modo di affrontare questo virus deve essere lo stesso di sempre: documentazione e niente panico.
“I maiali sono innocenti, nonostante il nome c’entra ben poco con i suini”. Ecco un importante punto di partenza del noto virologo Pregliasco, che demonizza la paura e circoscrive il problema. “Certo che può essere pericolosa – spiega – ma per chi ha più di settanta anni – si tratta di un normale virus, che si trasmette da uomo a uomo”.
Più tosse e meno febbre in questo caso, problemi all’apparato gastrointestinale. Una volta circoscritto il problema, ecco i consigli generali, perché tutti questi virus, quest’anno più diffusi che mai, con oltre un milione di casi devono essere affrontati con la serenità di sempre, a prima dello scoppio della pandemia da Coronavirus, ma con un’esperienza allargata da ciò che abbiamo vissuto.
“La miglior prevenzione resta sempre il vaccino – rimarca Fabrizio Pregliasco – i fragili e gli anziani devono farlo per forza”. Con un nota bene con cui abbiamo già avuto a che fare subito dopo il lockdown: il vaccino non serve a evitare il contagio, bensì ad ammalarsi (nel caso) in maniera più lieve. Per il resto i consigli del virologo sono di facile comprendonio: niente cambi repentini di temperature, cercare il giusto equilibrio a livello di ore, per quanto sia possibile, per stare in un posto dove fa caldissimo o freddissimo, lavarsi le mani e in posti super affollati usare le mascherine.
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