Le polemiche sugli scioperi al venerdì hanno fondamento o sono esagerate?
Nelle ultime settimane il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini ha attaccato i sindacati, precettando, cioè riducendo forzatamente la durata, di uno sciopero indetto per venerdì 17 novembre. Tra gli argomenti usati dal vicepremier, c’era anche il fatto che la mobilitazione si svolgesse di venerdì. Salvini ha accusato i sindacati di scegliere sempre l’ultimo giorno della settimana lavorativa per fare un “weekend lungo”. Quanto hanno senso queste accuse?
Quanto si sciopera di venerdì, effettivamente
Il sito di informazione Pagella Politica ha raccolto alcuni dati riguardanti gli scioperi nel 2023. Da questi dati emerge che nel 2013 quasi il 70% degli scioperi avveniva di venerdì. Una tendenza che sembra dare quindi ragione, quantomeno sul quando si svolgono gli scioperi, al ministro Salvini.
I dati però svelano anche molto altro. Il totale degli scioperi organizzati dall’inizio del 2023 è di 64, includendo il recente sciopero dei medici e del personale ospedaliero. Di questi 23 sono stati effettuati di venerdì, ma i restanti 41 in altri giorni della settimana. Se quindi è vero che il venerdì è il giorno in cui si fanno più scioperi, la percentuale delle mobilitazioni che vengono fatte in questa giornata è molto più bassa rispetto a quella di 10 anni fa.
Si è passati quindi dal 70% degli scioperi appena prima del fine settimana al 40% circa, una tendenza in netto calo. È anche importante separare, come fa Pagella Politica, gli scioperi per settore per verificare il senso delle affermazioni del ministro Salvini. Si tratta della scuola e dei trasporti, sia quelli ferroviari, aerei e marittimi che quelli pubblici locali. Perché quindi scioperare di venerdì.
Perché si sciopera di venerdì
La teoria del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini è che il venerdì venga scelto dai lavoratori e dai sindacati per fare un “weekend lungo”. Significa che i dipendenti si asterrebbero dal lavoro al venerdì in mondo da riposare per tre giorni consecutivi, aggiungendo il sabato e la domenica. Se questo fosse l’obiettivo però, si dovrebbe notare una tendenza simile anche per il lunedì. Gli scioperi in quel giorno nel 2023 sono però stati 9, grosso modo in linea con quelli degli altri giorni feriali e ben lontani dall’anomalia del venerdì.
I settori coinvolti negli scioperi del venerdì sono però un’altra falla nel ragionamento del ministro. Partendo dalla scuola, gli insegnanti delle scuole secondarie di secondo grado (le superiori), che sono i più numerosi nella categoria, la vorano il sabato. Da anni si discute in Italia di ridurre la settimana scolastica anche alle superiori, ma al momento il sesto giorno della settimana rimane, per i docenti, lavorativo. Se l’obiettivo fosse aumentare i giorni di riposo, sarebbe quindi più sensato scegliere in questo caso il sabato.
Per quanto riguarda i trasporti il discorso è simile. Non solo molti dei lavoratori di questo settore lavorano anche nel fine settimana, a seconda dei turni, dato che devono mantenere attivo un servizio pubblico. Ma nel caso dei settori più turistici, come quello aereo o dei treni, a volte il lavoro aumenta nei weekend. Non ha quindi senso per la categoria scegliere il venerdì per allungare i giorni di riposo, dato che non tutti possono stare a casa il fine settimana.
Se non c’è la volontà di fare il “weekend lungo” quindi, perché scioperare di venerdì? Per la scuola non sembra esserci una ragione precisa, se non la tradizione. Per i trasporti invece si tratta di creare più disagi possibili. L’obiettivo di uno sciopero come quello dei trasporti, che non può legalmente prostrarsi per lunghi periodi a causa del fatto che garantisce un pubblico servizio, è quello di farsi notare. Il modo migliore per raggiungere questo fine è creare problemi. Il venerdì è il giorno di maggiore afflusso di passeggeri, in vista proprio del fine settimana. È quindi il giorno perfetto per ricordare agli utenti quanto sia fondamentale il lavoro degli operatori del settore per le loro vite.
In sintesi, i sindacati indicono scioperi di venerdì, soprattutto nel settore dei trasporti, per creare più disagi possibili. Negli ultimi anni gli scioperi di venerdì sono diminuiti, quasi dimezzandosi. La teoria per cui i lavoratori sciopererebbero di venerdì per fare un “weekend lungo” è valida solo per pochi settori, e quasi mai per quelli che effettivamente prediligono la mobilitazione di venerdì.