Oggi è la giornata mondiale del selfie, ecco qualche curiosità sulla sua nascita e delle idee per festeggiare la ricorrenza
Il selfie ha conquistato il mondo e ha portato ad un cambio di prospettiva interessante: improvvisamente l’obiettivo della fotocamera non è più servito per immortalare paesaggi o oggetti, ma il nostro stesso volto con espressioni discutibili o con un sorriso forzato. Siamo, in poche parole, diventati tutti egocentrici.
La mania dell’autoritratto ha fatto in modo che venisse implementata nei cellulari una fotocamera interna in modo tale da non dover sempre contorcere il polso pur di scattare una foto a noi stessi…
I social media sono stati il motore di propulsione di questa moda, e sempre più selfie hanno iniziato a comparire nei profili di tutti.
Ma scopriamo insieme qualche curiosità sul selfie e qualche idea per celebrare la sua giornata mondiale.
Il selfie è nato nei primi anni duemila, ovvero con i millenials che hanno avuto l’onore di essere la prima generazione social.
Come abbiamo già visto, sono stati proprio i social a fare in modo che questa moda si diffondesse, in particolare My Space che richiedeva obbligatoriamente ai suoi iscritti di pubblicare un loro selfie, poi è arrivato Facebook e anche in questo caso il selfie consentiva alle persone di riconoscere e identificare i propri amici più facilmente nelle foto profilo. E da quel momento in poi è cominciata la reazione a catena.
Il termine selfie è stato riconosciuto a tutti gli effetti nel 2013, direttamente dall’ Oxford English Dictionary, che ha ne ha dato questa definizione: Una fotografia di sé stessi, tipicamente ripresa con uno smartphone o una webcam e caricata su un social network.
Zanichelli a sua volta ha dato il benvenuto al vocabolo nel 2014, riconoscendolo nella lingua italiana. Anche per noi è rimasto selfie mantenendo la derivazione inglese.
Secondo molti critici, il selfie è un atto di narcisismo: il nostro volto diventa più importante di ciò che ci circonda, noi lo diventiamo. Inoltre, se prima un selfie era scattato di fronte ad un bel paesaggio o a qualcosa che volevamo poter immortalare a fianco al nostro volto, ad oggi spesso è fine a sé stesso: ci scattiamo foto per pura vanità, magari scattandone a decine per trovare quella perfetto da postare su Instagram. Vanità e narcisismo sono le prime motivazioni che vengono in mente se la leggiamo in questo modo. Ma se fosse più complesso?
Il selfie ci aiuta a mostrarci agli altri per come noi scegliamo di mostrarci loro. E incarnano alla perfezione ciò che rappresentano i profili social: un racconto nostro di chi siamo, che non sempre corrisponde al vero, ma è come vogliamo che gli altri ci vedano.
Pensate ai filtri di Instagram in grado di camuffare difetti della pelle e farci sembrare più attraenti, sono poi così diversi dalle smorfie che facevamo anni fa davanti alla telecamera per fare sembrare le labbra più grandi? Probabilmente no.
Perciò il narcisismo sembra essere sostituito dal bisogno di controllo e dal fatto che vogliamo percepire di avere questo tipo di potere, di avere modo di mostrarci al mondo unicamente per come vogliamo apparire.
Non occorre sottolineare che questa attenzione ossessiva per come appariamo può sfociare nel patologico. Nel peggiore dei casi può provocare addirittura il dismorfismo corporeo, ovvero una patologia che porta chi ne soffre a sentirsi deforme, di solito la deformità è inerente a un tratto del viso.
Facciamo un esempio concreto, ovviamente meno grave, pensate a quante volte vi è capitato di guardare talmente a lungo un vostro selfie da trovare enormi quantità di difetti ella vostro volto: naso troppo grande, occhi troppo distanti ecc. Per chi soffre di dismorfismo corporeo questo può diventare un’ossessione.
Il dismorfismo può avere conseguenze anche molto gravi, infatti tutto ciò che riguarda la percezione estetica di noi stessi ha un peso enorme per il nostro benessere psicologico.
Altre mode sono subentrate durante l’evoluzione del selfie, tra cui quella di scattarsi una foto mentre si sta vivendo un momento pericoloso e adrenalinico.
Pensate a tutte le persone che, pur di potersi scattare la foto del secolo da condividere sui social, si sono arrampicate su grattacieli o si sono spinte al limitare di una scogliera per cogliere quel brivido nella foto. Purtroppo questa moda ha provocato molte vittime che pur di riuscire nel loro intento hanno messo a rischio la loro vita. Basti pensare a quelle persone che si sono ritratte in foto prima di essere investite da un tornado invece di fuggire…
Ma torniamo ad argomenti più leggeri. Dopo avervi detto che il selfie è nato negli anni duemila e che ha condiviso la culla con i social media, stiamo per stupirvi raccontandovi che in realtà il primo selfie della storia risale addirittura al 1839.
Robert Cornellus, un fotografano americano, si scattò per la prima volta un auto scatto con la sua macchina fotografica su una superficie riflettente. Successivamente, agli inizi del ‘900 pare che la figlia minore dell’ultimo zar di Russia, amasse scattarsi da sola delle foto allo specchio con una vecchia Kodak.
Ecco qualche suggerimento per celebrare la giornata mondiale del selfie con stile:
In conclusione, possiamo dire che il selfie faccia leva sull’egocentrismo dell’uomo ma nello stesso tempo anche sulla sua insicurezza. Esattamente la stessa cosa che fanno i social network.
Ma se da un lato i selfie vengono molto criticati e possono addirittura arrivare ad essere pericolosi, non si può negare che siano diventati un fenomeno globale che ormai appartiene alla nostra quotidianità tanto quanto bere una tazza di caffè al mattino.
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