Riprende quota la suggestione di una figura al di sopra delle parti per fare sintesi e mettere d’accordo la composita galassia che va da Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi e Sinistra, Azione e arriva fino a Più Europa. Si fanno i nomi del commissario Ue all’Economia Paolo Gentiloni, del sindaco di Milano Beppe Sala e del segretario della Cgil Maurizio Landini
Riprende quota la suggestione del “federatore”, una figura capace di fare sintesi e mettere d’accordo la composita galassia che compone il centrosinistra in vista delle elezioni politiche. Un Romano Prodi al di sopra degli schieramenti in grado di trovare dei denominatori comuni fra Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi e Sinistra, +Europa e Azione.
Il primo dicembre, un padre fondativo dell’Ulivo e del Pd come Pierluigi Castagnetti ha rimesso insieme i Popolari per un seminario. Presenti esponenti ex Margherita del calibro di Dario Franceschini, Graziano Delrio, Piero Fassino e Luigi Zanda. L’applauso più fragoroso Castagnetti lo ha strappato quando si è lasciato sfuggire che “dopo le elezioni Europee servirà favorire una iniziativa federatrice delle opposizioni come avvenne con Prodi. La frammentazione era la stessa e la frammentazione è causa della sconfitta e bisogna risolverla”.
A distanza di 24 ore è stato Francesco Rutelli a promuovere una iniziativa all’insegna della nostalgia per l’Ulivo del professore. All’Auditorium Parco della Musica, simbolo del “Modello Roma” che l’ex sindaco della Captale ha inaugurato negli anni ‘90 assieme a Gofferdo Bettini, si rivedono i protagonisti di quella fase segnata dall’elezione diretta dei sindaci. Tra gli altri è presente Paolo Gentiloni, trent’anni fa assessore al Giubileo e oggi commissario europeo all’Economia.
È lui il primo della rosa dei possibili candidati al ruolo di federatore del centrosinistra a cui un pezzo del Pd – quello che non si riconosce nella segretaria dem Elly Schlein – guarda per costruire un fronte vincente da contrapporre alla maggioranza di centrodestra che sostiene il governo di Girogia Meloni. Una speranza prima ancora che un progetto visto che l’ex presidente del Consiglio è tutt’altro che al di sopra delle parti. Senza contare che al momento Gentiloni non pare particolarmente interessato alla politica domestica, impegnato com’è sul fronte europeo e internazionale. Lui per non dice né sì né no. E c’è chi tra i dem giura che lui “non ci pensa proprio”.
Altro nome circolato in ambienti Pd è quello di Beppe Sala, il sindaco di Milano che, oltre a piacere a sinistra, vanta, si dice, buoni rapporti con il garante del Movimento 5 stelle Beppe Grillo e anche con il leader Giuseppe Conte. Sollecitato sul tema, il primo cittadino sostiene che “il tema di federare ci sta tutto” per trasformare il centrosinistra in “un’alternativa che oggi fa fatica a essere“.
In gioco c’è anche l’opzione civica, individuata nella figura di Maurizio Landini. Quello del segretario della Cgil è il terzo nome che viene fatto in questo toto-federatori. Neanche due settimane fa settimana fa il sindacalista ha ricevuto una ovazione da parte dei delegati di Sinistra Italiana, riuniti a congresso a Perugia. Sullo stesso palco si sono avvicendati Schlein e Conte, e il padrone di casa, il segretario di Si Nicola Fratoianni, ha lanciato l’idea di federare l’opposizione a partire dalle piazze.
Resta da capire cosa vorrà fare la segretaria dem. Non è detto che Schlein voglia cedere il posto. Senza contare che, statuto Pd alla mano, spetta a lei, in quanto leader del partito, candidarsi a Palazzo Chigi. Del resto sotto la sua guida non sono mancati esperimenti di federazione a sinistra, per ora di respiro locale, come il “campo largo” che a Foggia ha portato all’elezione della sindaca Maria Aida Episcopo.
Lei intanto, in vista delle elezioni europee, prepara l’assemblea Pd, in programma il 15 e il 16 dicembre, in coincidenza con Atreju, la kermesse di Fratelli d’Italia. Per l’occasione ha chiamato nomi di peso. Tre grandi ex del partito. Oltre all’ex segretario dem Enrico Letta e a Paolo Gentiloni. Ci sarà anche Romano Prodi, assente da anni dalle riunione del partito.
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